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Pannelli acustici in legno riciclato
Funzionano davvero?

Tavolobello Srl

In breve
• Sì, funzionano: i pannelli acustici in legno riciclato assorbono soprattutto le medie-alte frequenze e riducono il riverbero in casa e ufficio.
• Non isolano dal vicino: migliorano l’acustica interna, non fermano i rumori che arrivano da fuori parete.
• Rendono di più con spessore adeguato, feltro acustico e intercapedine d’aria dietro; superficie trattata consigliata: 20–35% dell’ambiente.

Pannelli acustici in legno riciclato: funzionano davvero?


Negli ultimi anni ne vediamo ovunque: salotti open space, ristoranti, sale riunioni, home studio. I pannelli acustici in legno riciclato promettono ambienti più silenziosi, voci più leggibili, musica più pulita. Ma quanto è marketing e quanto è fisica applicata? In questa guida mettiamo ordine con criteri pratici: come lavorano, quando convengono, come montarli per sentire davvero la differenza.

Cos’è (davvero) un pannello acustico in legno riciclato


Non è una “tavola magica”: è un sistema poroso-risonante composto, di solito, da:
• una faccia in legno (listelli, doghe o lamina forata) ottenuta da MDF/impiallacciati riciclati o masselli recuperati;
• un supporto fonoassorbente (feltro in PET riciclato, fibra tessile, lana di legno);
• un possibile vuoto d’aria tra pannello e muratura.
La faccia in legno diffonde e controlla le riflessioni, il supporto in feltro assorbe l’energia sonora trasformandola in calore (a livello microscopico), l’intercapedine d’aria estende la banda d’azione verso frequenze più basse. Il risultato percepito è una riduzione del tempo di riverbero (eco “da sala vuota”) e una miglior intellegibilità del parlato.

Funzionano? Come si misura la resa (NRC, RT60)


Per capire se “funzionano davvero” servono due indicatori semplici:
• NRC (Noise Reduction Coefficient): in media, pannelli legno+feltro con spessori 20–40 mm e camera d’aria di 20–40 mm possono muoversi tra 0,45 e 0,85 (valori indicativi). Più è alto, più assorbono.
• RT60 (tempo di riverbero): è il tempo che impiega un suono a calare di 60 dB. In un living o in una sala riunioni il comfort migliora già portando il RT60 intorno a 0,4–0,6 s. I pannelli aiutano proprio a scendere verso questa soglia.
Tradotto: se oggi senti rimbombo quando parli al telefono o guardi una serie TV, dopo un trattamento ben progettato avrai un ambiente più asciutto e con voci più definite.

Nota onesta: l’assorbimento è più efficace da ~500 Hz in su (voce, consonanti, riflessi “fastidiosi”). Per le basse frequenze (50–200 Hz) servono elementi dedicati come bass-trap o pareti più profonde.

Da cosa dipende il rendimento (e come migliorarlo)


1) Spessore complessivo
Più è spesso il “sandwich” legno+feltro (+ aria), più la curva d’assorbimento scende verso le medio-basse. Uno spessore totale di 40–60 mm è un buon punto di partenza per ambienti domestici.
2) Intercapedine d’aria
Una battentatura distanziata di 20–40 mm dietro al pannello può aumentare l’assorbimento alle frequenze medio-basse. È la differenza tra “decorativo” e “efficace”.
3) Percentuale di copertura
Se tratti solo un metro quadro in un salone di 40 m², non cambia molto. Come regola rapida: 20–35% di superficie assorbente ben distribuita porta miglioramenti netti.
4) Posizione strategica
Colpisci i punti di prima riflessione: dietro la TV, parete opposta al divano, pareti laterali all’altezza orecchio, soffitto sopra l’area conversazione. In home-office: dietro la postazione e sulla parete frontale.
5) Geometria frontale
Listelli a passo variabile o forature di diametro alternato diffondono meglio (meno “effetto scatola”). Le doghe continue assorbono comunque grazie al feltro retrostante.

Dove hanno più senso (case reali)
• Living open space: elimina il riverbero che ammazza dialoghi e notiziari; la musica diventa meno “stridula”.
• Home office: voci più pulite in videcall, meno fatica vocale, minor “larsen” con microfoni sensibili.
• Ristoranti e bistrot: lo scopo è ridurre il rumore di fondo per far capire il cameriere e godersi la cena.
• Stanzetta hobby, home studio: ottimo per prime riflessioni, ma integra con bass-trap se registri o mixi.

Cosa non fanno (limiti e miti da sfatare)
• Non isolano dai rumori che arrivano dall’esterno: per quello servono massa (pareti più pesanti), disaccoppiamento e tenuta all’aria. I pannelli migliorano solo l’acustica interna.
• Non cancellano il basso: senza volume d’aria adeguato, i 50–100 Hz passano indisturbati.
• Non sostituiscono un lavoro su sorgente e posizionamento casse: se il sub è in un angolo, l’eco del basso resta.

Sostenibilità: cosa guardare davvero
Parliamo di legno riciclato e spesso di PET riciclato per il feltro. Bene, ma vai oltre lo slogan:
• cerca certificazioni (FSC Recycled, PEFC Recycled) per la parte legno e EPD (dichiarazione ambientale di prodotto) quando disponibile;
• verifica VOC bassi: colle e finiture a emissione ridotta (classe A+ o equivalenti) fanno la differenza in casa;
• preferisci pannelli riparabili: finitura a olio o vernice opaca rinnovabile è più longeva del laminato “una-via”.

Installazione: pochi accorgimenti, tanta resa
• Distanziatori o listelli per creare la camera d’aria: semplici, economici, efficaci.
• Fissaggi invisibili (clip, asole) per pannelli apribili: utili se dietro scorrono cavi o devi ispezionare.
• Continuità estetica: meglio un modulo unico allineato a TV/quadri che tanti pezzi “a caso”.
• Manutenzione: polvere via con panno antistatico; il feltro si aspira con bocchetta morbida.

Finitura e colore: il suono “si vede”
La faccia in legno non è neutra: un poro aperto opaco “suona” più naturale e mostra la vena; una finitura alto-gloss riflette più energia e può risultare meno amichevole acusticamente. Sui colori: toni caldi (rovere, noce) tendono a “scomparire” visivamente, il nero sparisce dietro TV e casse, i verdi salvia/greige firmano ambienti contemporanei senza stonare.

Come capire quanta superficie trattare (senza software)
Ecco una stima “da cantiere” che usiamo spesso per iniziare con il piede giusto:
1. Se la stanza risuona quando batti le mani, segno che RT60 è alto.
2. Parti con due pareti: dietro divano/TV e laterale più riflettente.
3. Copri almeno un quinto della superficie in pannelli (es. 6–8 m² su 30–40 m²).
4. Testa con la tua voce e una traccia parlata; aggiungi moduli finché la stanza “smette di rispondere”.
Non è scienza esatta, ma nella pratica funziona e ti evita di sovraccaricare l’ambiente.

Alternative e integrazioni intelligenti
• Tende pesanti a tutta altezza: assorbono le medio-alte sulle superfici vetrate.
• Tappeti: utile sui medi-alti se hai pavimenti duri.
• Librerie piene: diventano diffusori casuali (e fanno bene al cervello).
• Bass-trap negli angoli: se ascolti musica seriamente, prima o poi ti servono.

Domande frequenti
I pannelli acustici in legno riciclato migliorano davvero la voce nelle call?
Sì: riducendo il riverbero locale la voce diventa più diretta e il microfono cattura meno riflessioni. Risultato: meno eco e meno fatica.

Quanti ne servono per un soggiorno medio?
Dipende da arredi e superfici dure, ma come riferimento in un 25–30 m² partiamo spesso con 4–8 m² di pannelli ben posizionati.

Posso montarli da solo?
Se sai usare tasselli e livella, sì. Consigliamo listelli distanziatori e staffe sicure. In dubbio? Fatti aiutare: meglio una volta bene che due volte storti.

Legno riciclato = meno qualità?
No: se la filiera è seria, il pannello è stabile e rifinito come un prodotto “nuovo”. La differenza la fanno densità, finitura e feltro.

Meglio doghe o pannello forato?
Le doghe con feltro sono più “arredative” e versatili; i forati possono spingere un filo di più sulle medio-basse, ma vanno progettati con diametri e passo corretti.


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