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Resina epossidica su legno
Pulizia e manutenzione senza opacizzare

Tavolobello Srl

• Pulizia quotidiana: panno in microfibra + acqua tiepida e detergente pH neutro diluito; asciuga subito.
• Cosa evitare: alcol ad alta gradazione, ammoniaca, spray siliconici, candeggina, vapore, spugne abrasive.
• Macchie: agisci in fretta; per vino/caffè usa schiuma neutra, per grasso sgrassatore delicato non profumato, per pennarello pasta di sapone.
• Anti-opacizzazione: niente cere/lucidanti siliconici; se serve brillantezza, usa polish non abrasivo specifico per resine.
• Micro-graffi: prova un polish fine a tampone morbido; se persistono, contatta un professionista per un refinish leggero.

Resina epossidica su legno: pulizia e manutenzione senza opacizzare


Guida chiara, scritta da chi lavora tutti i giorni con il legno
La resina epossidica è diventata la scelta numero uno per valorizzare piani in legno: fiumi trasparenti, inserti colorati, bordi vivi “fermati” in modo elegante. Bellissima da vedere, piacevolissima al tatto. Ma c’è un rovescio della medaglia: se la pulisci con i prodotti sbagliati o con gesti troppo energici, rischi di opacizzarla nel giro di pochi mesi. In questa guida mettiamo in fila metodo, prodotti e tempi per farle mantenere l’aspetto che ti ha fatto innamorare.

Due parole sulla resina (senza fare i chimici)
La resina epossidica è una termorigida: una volta indurita, non si scioglie più e non “ripiove” come gli smalti. È dura ma non dura quanto il vetro; è resistente, ma odîa solventi aggressivi, abrasioni e calore diretto. Ci sono resine più o meno resistenti ai raggi UV: quasi tutte, alla lunga, ingialliscono se bombardate di sole. Tradotto: cura quotidiana gentile, protezioni intelligenti e niente “rimedi della nonna”.

La routine che funziona (e non opacizza)


Ogni giorno
1. Togli le briciole a secco con una microfibra asciutta (no carta: può graffiare).
2. Pulisci con panno in microfibra ben strizzato in acqua tiepida + detergente pH neutro (qualche goccia in 1 L d’acqua).
3. Asciuga subito con un panno pulito: evitare gocce che, asciugando da sole, lasciano aloni.

Ogni settimana
• Passa un ciclo un po’ più “meticoloso”: spruzza il detergente neutro direttamente sul panno (non sulla resina), lavora per zone con movimenti lineari e senza premere.
• Se noti un velo opaco, probabilmente è residuo di prodotti passati: ripeti il giro con panno pulito, acqua demineralizzata tiepida e poca soluzione neutra.

Ogni mese (o quando serve)
• Controllo di brillantezza: se la resina è lucida e ti sembra “spenta”, applica un polish non abrasivo specifico per resine/solid surface. Stendilo con tampone morbido (manuale o rotorbitale a bassi giri), poi rifinisci con microfibra.
• Se la superficie è opaca di fabbrica (matt/satinata), non usare polish lucidi: rischi chiazze. In quel caso resta sulla semplice pulizia neutra.

Prodotti sì e prodotti no (lista onesta)

• Detergente pH neutro (pochi ml in 1 L d’acqua).
• Microfibra di qualità, morbida e senza bordi taglienti.
• Acqua tiepida (non bollente).
• Polish non abrasivi (quando occorre ravvivare un lucido).
• Sgrassatore delicato e inodore per grasso alimentare ostinato (spruzzato sul panno).
No
• Alcol ad alta gradazione (isopropilico o etilico puro): a lungo andare vela la superficie.
• Ammoniaca, candeggina, soda caustica, acidi forti: opacizzano, macchiano, corrodono.
• Spray siliconici e lucidanti per mobili: lasciano film irregolari, attirano polvere e creano “ombre” che non vanno più via.
• Spugne abrasive, pagliette, panni ruvidi.
• Vapore: il getto caldo/umido stressa l’interfaccia legno–resina.

Macchie tipiche e come toglierle (senza fare danni)


• Vino rosso, caffè, tè
Tampona subito. Poi schiuma di detergente neutro (spruzzata sul panno), appoggia e lascia agire 60–90 secondi, passa con movimenti leggeri e asciuga.
• Olio, salse, unto
Panno con sgrassatore delicato non profumato (poco, sul panno). Passa senza insistere, poi risciacqua con microfibra umida e asciuga.
• Pennarello a base acqua
Pasta di sapone (ne basta un velo), microfibra morbida, movimenti circolari piccoli e zero pressione. Poi risciacquo e asciugatura.
• Pennarello indelebile
Prima prova con pasta di sapone; se non basta, una goccia di solvente “dolce” per resine (specifico) su coton-fioc, tocco rapido, risciacquo immediato. Se temi di esagerare, fermati: meglio un alone lieve che un danno.
• Aloni da calice caldo/freddo
In genere sono depositi: rimuovi con neutro + panno. Se restano, passa un velo di polish non abrasivo.

Nota: nessuna superficie ama la prova estrema “sugo di pomodoro una notte”. Se succede, non strofinare a secco: sempre ammorbidire e poi rimuovere.

Come evitare l’opacizzazione (il vero obiettivo)


1. Pulizia “a panno”, non “a spruzzo”: il detergente va sul panno, non sulla resina.
2. Poco prodotto, ben diluito: troppa chimica = residui che aloni e spengono il lucido.
3. Asciugatura sempre: l’acqua che asciuga da sola lascia sali e strisce.
4. Stop ai siliconi: all’inizio sembrano miracoli, poi trovi “impronte fantasma” e zone disomogenee.
5. Salvamano: sottobicchieri e sottopentola. Calore e resina non sono amici, a prescindere dalla finitura.

Micro-graffi e swirl: cosa fare (e cosa no)
Cosa fare
• Prova un polish fine (non abrasivo) per resine con tampone in spugna morbida. Lavora a bassa pressione e movimenti ampi, poi rimuovi residui con microfibra pulita.
• Se i segni si vedono ancora, fermati: insistendo rischi chiazze. Chiama un professionista: a volte basta un refinish leggero con paste a granulometria controllata e lucidatrice rotorbitale.

Cosa non fare
• Carta abrasiva “a occhio”: si scava un cratere.
• Calore diretto (phon o pistola termica): non “reflowa” come il vinile; puoi peggiorare la texture.
• Paste abrasive generiche per auto di dubbia provenienza: rischi di opacizzare in modo permanente.

Interfaccia legno - resina: zona di rispetto
Il bello dei piani con colate è l’incontro tra materia calda (legno) e materia trasparente (resina). Quell’interfaccia va trattata con tatto. Evita movimenti “di punta” con il panno: segui la linea del bordo, senza “agganciare” lo spigolo. Se il piano ha bordi vivi, spazzolati e sigillati, la microfibra è perfetta; niente spugne ruvide.

Lucido o opaco? Manutenzione diversa
• Lucido: tende a evidenziare micro-segni, ma con un polish fine periodico torna come uno specchio. Richiede più disciplina: zero abrasivi, zero strofinacci duri.
• Opaco/Satinato: molto “arredativo” e pratico. Non lucidare mai con prodotti lucidanti; l’obiettivo è uniformità, non brillantezza. Se compaiono zone lucide (strofinio), pulisci delicatamente e riduci la pressione nei gesti.

Sole diretto e lampade: come proteggere il colore


La resina teme i raggi UV: anche le formulazioni “UV-resistant” rallentano l’ingiallimento, non lo annullano. In spazi molto esposti:
• Filtra la luce (tende, vetri con filtro).
• Evita lampade puntuali molto calde a distanza ravvicinata.
• Rotea accessori e centrotavola: le zone coperte sempre nello stesso punto possono creare “ombre” cromatiche nel tempo.

Come riconoscere i primi segnali (e intervenire in tempo)
• Velatura grigia che non va via: residuo di prodotti → cambia detergente, meno quantità, più risciacquo e asciugatura.
• Aree appiccicaticce: probabile accumulo di cere/siliconi → stop immediato, detergente neutro, più risciacqui.
• Righe sottili in controluce: micro-graffi → prova un polish fine. Se restano, professionista.
• Aloni “a nuvola”: troppo prodotto o passate irregolari → ripeti la pulizia in strisce parallele con panno appena umido, poi asciuga.

Domande frequenti (FAQ)
Posso usare l’alcol per disinfettare?
Meglio di no. Gli alcoli ad alta gradazione spengono il lucido e possono velare la resina. Per un’igiene quotidiana bastano detergenti pH neutro e panni puliti. Se serve una sanitizzazione straordinaria, usa prodotti compatibili con resine e sempre diluiti.

La candeggina fa danni anche se la diluisco molto?
Sconsigliata. Anche diluita, nel tempo opacizza e può macchiare. Meglio evitare.

Le resine lucide si possono riportare a nuovo?
Se i segni sono superficiali, sì: con polish fine e tampone morbido. Se i graffi sono profondi o c’è usura a “chiazze”, serve un intervento professionale di refinish.

Come tolgo un alone ostinato?
Prova neutro + microfibra, poca acqua demineralizzata e asciugatura immediata. Se resta, usa un polish non abrasivo. Evita i “miracolosi” spray ai siliconi.

Il calore diretto rovina la resina?
Sì. Padelle e caffettiere roventi lasciano segni o stressano la superficie. Usa sempre sottopentola e sottobicchieri.

In sintesi (da attaccare sul frigorifero)
Pulizia semplice (acqua tiepida + pH neutro), panni morbidi, asciugatura subito. Niente solventi forti, niente siliconi, niente abrasivi. Per il lucido, polish fine quando serve; per l’opaco, uniformità prima di tutto. Così il tuo piano in legno con resina rimane bello a lungo e senza quella patina grigiastra che rovina l’effetto.




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