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Biochar e scarti di segheria
Come il legno trattiene CO₂

Tavolobello Srl

• Biochar: carbone vegetale ottenuto per pirolisi del legno in assenza di ossigeno; trasforma scarti in carbonio stabile.
• Perché trattiene CO₂: struttura microporosa e matrice aromatica poco degradabile → il carbonio resta immobilizzato a lungo.
• Da cosa si ottiene: segatura, trucioli, cortecce pulite (senza vernici, colle o trattamenti).
• Dove si usa: suolo (ritenzione idrica e nutrienti), edilizia (pannelli/intonaci leggeri), filtri e assorbitori odori.
• Attenzioni: qualità del feedstock, attivazione con compost, granulometria e pH; rispettare norme locali.

Biochar e scarti di segheria: come il legno trattiene CO₂




Lavorando ogni giorno con il legno massello sappiamo quanto contino gli scarti: segatura, trucioli, tagli fuori misura. In passato erano un costo o, nel migliore dei casi, andavano a energia. Oggi esiste una strada in più, interessante per l’ambiente e per la filiera: il biochar, un carbone vegetale che immobilizza carbonio e apre applicazioni utili in agricoltura, edilizia e trattamento aria/acqua. Vediamo cos’è, come si ottiene dagli scarti di segheria e perché trattiene CO₂.

Cos’è il biochar (e in cosa differisce dalla “carbonella”)


Il biochar è un materiale solido, ricco di carbonio, prodotto attraverso pirolisi: si riscalda la biomassa in assenza (o forte carenza) di ossigeno. A differenza della carbonella da barbecue pensata per bruciare il biochar è progettato per non bruciare: la sua funzione è stoccare il carbonio e offrire una superficie interna enorme per trattenere acqua, nutrienti e composti.

In pratica: dove la carbonella serve a fare fiamma, il biochar serve a fare stoccaggio (e a migliorare materiali e suoli).

Scarti di segheria → biochar: il percorso
Le biomasse giuste
• Segatura e trucioli di legno non trattato.
• Cortecce pulite.
• Listelli e sfridi asciutti.

Evita: MDF, truciolare con colle, legno verniciato o impregnato—rischiano di generare composti indesiderati.

La pirolisi, in breve
• Riscaldamento controllato del legno (senza ossigeno).
• Si ottengono tre frazioni: biochar (solido), bio-olio (liquido) e syngas (gassosa).
• Parametri come temperatura e tempo di residenza determinano quanta parte diventa biochar e con quali proprietà (porosità, pH, ceneri).
Nota da officina: qualità della materia prima + processo pulito = biochar più omogeneo e sicuro da impiegare.

Perché il biochar trattiene CO₂


Chimica del carbonio stabile
Durante la pirolisi le catene del legno si trasformano in strutture aromatiche (anelli) difficili da degradare dai microrganismi: il carbonio diventa lento a tornare in atmosfera.

Fisica della porosità
Il biochar è microporoso: ha una superficie interna molto ampia. Questi pori:
• ospitano nutrienti e acqua (utile nei suoli siccitosi),
• offrono siti di adsorbimento per molecole indesiderate (odori, impurità),
• proteggono parte del carbonio intrappolato.
Il risultato è un materiale che immobilizza carbonio per tempi molto lunghi e, al contempo, migliora il comportamento di suoli e composti edilizi.

Dove e come si usa (oltre la teoria)
1) Suolo e agricoltura rigenerativa
• Ritenzione idrica migliore, soprattutto su sabbiosi.
• Capacità di scambio cationico (CEC) più alta → nutrienti meno dilavati.
• Habitat microbico nei pori: se “caricato” bene (vedi sotto), sostiene la fertilità.

Attivazione consigliata: miscelare biochar con compost maturo o digestato e lasciarlo maturare (anche solo 1–2 settimane) prima dell’interramento. Così i pori si caricano di nutrienti e non competono con le piante nella fase iniziale.

2) Edilizia e materiali
• Intonaci e pannelli alleggeriti con biochar: migliore regolazione igrometrica e riduzione di peso.
• Malte e calcestruzzi: additivi fini di biochar possono contribuire a performance specifiche (isolamento/assorbimento acustico leggero), sempre in ricette testate.

3) Filtri e trattamento odori
• Biochar attivato può sostituire parte del carbone fossile in filtri acqua/aria, in contesti dove serve adsorbire composti organici e odori.

Benefici per la filiera del legno
• Valorizzazione degli scarti: segatura e trucioli diventano un prodotto utile, non solo un costo.
• Economia circolare: dalla tavola finita agli scarti, fino al biochar che rientra in altri cicli (suolo, edilizia, filtri).
• Impronta climatica: parte del carbonio della biomassa rimane stoccato in una forma stabile.

Limiti e attenzioni (meglio saperli prima)
• Feedstock pulito: legni trattati con vernici, colle, impregnanti → no.
• Qualità variabile: pH, ceneri e granulometria dipendono dal processo; per usi tecnici serve caratterizzazione.
• Attivazione: biochar “vergine” in suolo può assorbire nutrienti; attivalo con compost/letami o soluzioni nutritive.
• Norme locali: produzione e impiego possono richiedere autorizzazioni; informati su standard e linee guida vigenti nella tua area.

Come usarlo in giardino (regole semplici)


• Attiva: mescola 1:1 con compost maturo; riposa 1 - 2 settimane.
• Dosi orientative (variano con il suolo):
o Orto: 1- 2 kg/m² una tantum, poi manutenzione leggera negli anni.
o Vasi: 10% del volume del terriccio.
o Prato: spolvero sottile e rullatura.
• Granulometria: fine per vasi/semina, più grossolana per suoli compatti (aiuta l’areazione).

E ricorda: il biochar non è un fertilizzante da solo; è una spugna che trattiene acqua e nutrienti. Funziona meglio insieme a compost e buona gestione del suolo.

Errori da evitare
1. Usare legno trattato: rischi contaminanti nel biochar.
2. Interrare biochar “vergine”: sottrae nutrienti nella fase iniziale.
3. Dosi esagerate subito: meglio integrare gradualmente e osservare risposta del suolo.
4. Pensarlo come bacchetta magica: è un ingrediente della ricetta, non la ricetta completa.

Domande frequenti
Cos’è il biochar, in parole semplici?
Un carbone vegetale non pensato per bruciare ma per immagazzinare carbonio e migliorare suoli e materiali grazie alla sua porosità.

Posso farlo a casa?
La pirolisi richiede controllo e sicurezza: meglio affidarsi a produttori qualificati o a filiere certificate. In alcuni luoghi servono autorizzazioni.

Quali scarti sono più adatti?
Segatura, trucioli, cortecce non trattati. Evita residui con vernici/colle/impregnanti.

Quanto dura nel suolo?
Molto a lungo: la struttura aromatica lo rende stabile. La durata dipende da suolo, clima e processo di produzione.

È lo stesso della carbonella da barbecue?
No. La carbonella è pensata per combustione, il biochar per sequestro e applicazioni tecniche.

Conclusione
Il biochar è un ponte tra artigianato del legno ed economia circolare: dagli scarti di segheria nasce un materiale capace di trattenere CO₂, aiutare i suoli e migliorare alcuni materiali edilizi. Funziona quando è fatto bene, da feedstock pulito e con le giuste accortezze (attivazione, dosi, norme). È una di quelle innovazioni “semplici” che hanno senso perché non cercano di cambiare il legno: lo accompagnano, rispettandone la natura.
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