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Tannino del rovere
Perché macchia il metallo e come gestirlo nei progetti

Tavolobello Srl

In 30 secondi
• Il rovere contiene tannini (acido gallico/ellagitannini) che reagiscono con ioni ferro → tannato di ferro (macchia nero-blu) e corrosione dei metalli comuni.
• La macchia si innesca con umidità (condensa, acqua, malte alcaline).
• Soluzioni: inox A2/A4, ottone/bronzo silicone, barriere (EPDM, guarnizioni, verniciatura del metallo), primer anti-tannino e sigillatura delle testate del legno.
• Rimozione: acido ossalico (5 -10%), risciacquo e neutralizzazione, poi primer/finito.

Tannino del rovere: perché macchia il metallo e come gestirlo nei progetti


Il rovere (Quercus petraea, Q. robur e affini) è tra i legni più usati per tavoli, pavimenti e serramenti: durevole, poro vivo, venatura scenografica. Il suo “carattere”, però, ha un rovescio della medaglia: l’alto contenuto di tannini.

A contatto con ferro e umidità compaiono macchie nero-blu e si accelera la corrosione degli elementi metallici. In questo articolo spieghiamo la chimica, dove si manifesta, come progettarci intorno e come intervenire senza danneggiare finiture e superfici.

Che cosa sono i tannini del rovere (spiegazione semplice ma corretta)


I tannini sono polifenoli naturali presenti in molti legni; nel rovere dominano ellagitannini e acido gallico. Sono idrosolubili: l’acqua li mobilita verso la superficie (es. testate, pori, fessure). Quando incontrano ioni Fe²⁺/Fe³⁺ (da acciaio al carbonio, chiodi, polveri di smerigliatura o acqua “ferrosa”) formano complessi scuri - i cosiddetti tannati di ferro - gli stessi alla base dei tradizionali inchiostri ferro-gallici.

Risultato: aloni nero-blu su legno e attorno al metallo. L’ambiente umido e il pH influenzano la velocità di reazione: più acqua → più migrazione di tannino → più macchia.

Dove e quando compaiono le macchie (casi tipici)


• Ferramenta e viti non inox su piani di rovere: attorno alla testa o lungo la venatura compaiono aloni scuri dopo qualche settimana in ambienti umidi.
• Contatto con malte o cementi freschi (pH alto): il pH alcalino estrae tannini; col ferro si attivano macchie e scie brune/nerastre.
• Gocce di acqua “ferrosa” (acqua di rete, pulizie con spugne passate prima su metallo ossidato).
• Lavorazioni: residui di lana d’acciaio o polvere di smerigliatura ferrosa catturati nel poro del rovere.
• Outdoor: bulloneria standard su decking, facciate o arredi esterni in rovere → colature nere sotto fissaggi e giunzioni.

Metalli a confronto: cosa usare sul rovere
• Acciai comuni (Fe, Fe-C) → no: macchie e ruggine accelerate.
• Inox A2 (304) → ok in interni e parzialmente all’esterno, lontano da salino.
• Inox A4 (316) → preferibile outdoor e in contesti aggressivi (costa, piscine).
• Ottone / bronzo al silicio → ottima compatibilità estetica con rovere, patina nobile, nessun tannato scuro.
• Alluminio verniciato o anodizzato → bene, purché isolato dalle testate umide.
• Zincati a caldo → meglio isolare (vernice e guarnizioni) e non in vista su arredi; con pH e umido si rovinano nel tempo.

Regola pratica: su rovere scegli inox A2/A4 o leghe rame; in ogni caso isola il contatto diretto con guarnizioni EPDM, nylon, feltri tecnici o primer/barriere sulle testate.

Progetto: dettagli che evitano il problema (interni)
1. Sigilla le testate (end-grain) - sono autostrade per l’acqua. Usa primer anti-tannino o shellac de-waxed come isolante, poi finitura.
2. Niente lana d’acciaio sul rovere - lascia micro-particelle ferrose nel poro. Per spazzolature usa abrasivi sintetici.
3. Ferramenta già finita - verniciata o inox. Se vernici, cotta o polveri di qualità; niente spessori minimi.
4. Sotto i piedini: rondelle in nylon/gomma anti-capillarità.
5. Pulizie: panni dedicati ai piani in legno; evita trasferimento di residui ferrosi da utensili o spugne “da officina”.

Progetto: dettagli per esterni (decking, facciate, arredi)
1. Bulloneria A4, viti con rondelle EPDM; fori preforati alle testate per evitare fessurazioni che “bevono” acqua.
2. Barriere tra legno e metallo strutturale (piastre) con EPDM/HDPE; bordi con gocciolatoi per evitare colature su superfici chiare.
3. Distanze: testa del tavolato sollevata da suolo o pietra; niente ristagni.
4. Finitura: oli/velature pigmentati schermano UV e rendono più uniforme l’eventuale bleed; mantenimento programmato.
5. Cantiere: evita contatto con malte fresche; se necessario, proteggi con nastri e teli traspiranti.

Finiture e primer “tannin-blocking”
Il bleeding (migrazione di tannini) affligge in particolare i trasparenti all’acqua e i coprenti chiari. Strategie:
• Primer anti-tannino (acrilici specifici): bloccano il bleed prima del topcoat.
• Gommalacca de-waxed (shellac): ottimo isolante sottile, poi finiture a solvente o acqua compatibili.
• All solvent: alcuni cicli solvent-borne tollerano meglio il tannino, ma valuta VOC e contesto d’uso.
• Oli pigmentati: mascherano eventuali micro-aloni e “stabilizzano” l’estetica su poro vivo.
Nota: su tavoli cucina e superfici a contatto alimentare, scegli sistemi idonei (schede tecniche, norme di riferimento) e pianifica manutenzione regolare.

Pulizia delle macchie esistenti sul rovere


Le macchie nero-blu da tannato di ferro si rimuovono, di solito, con acido ossalico:
1. Carteggia leggero se c’è finitura (per aprire il poro), oppure lavora localizzato se la finitura resiste.
2. Prepara soluzione 5–10% di ossalico in acqua tiepida.
3. Applica a pennello sulla macchia; lascia agire 2–5 minuti.
4. Risciacqua bene con acqua pulita, asciuga.
5. Neutralizza residui con acqua + bicarbonato (poca cosa, ma utile).
6. Valuta un secondo passaggio se necessario; poi primer anti-tannino e finitura.
Attenzione: prova sempre in zona nascosta; l’ossalico può schiarire. DPI (guanti, occhiali) e ventilazione adeguata.

Casi speciali e compatibilità
• Fuming ad ammoniaca sul rovere: tecnica storica per scurire la vena (ammoniaca reagisce con tannini). Non è una macchia da ferro, ma aumenta la reattività del legno; dopo il fuming usa finiture compatibili e evita contatti con metalli non protetti durante l’asciugatura.
• Bordi vivi (live edge): ricchi di testate e canali; sigillare con cura prima di montare qualsiasi elemento metallico.
• Acqua “ferrosa”: in zone con ferro elevato nell’acqua di rete, asciuga sempre i piani e preferisci panni dedicati.

Checklist rapida per progettisti e falegnami
• Ferramenta: A2/A4 (interni/esterni), bronzo/ottone dove possibile.
• Isolamento: EPDM/nylon tra legno e metallo; sigilla testate.
• Finitura: primer anti-tannino sotto trasparenti all’acqua o smalti chiari.
• Cantiere: no lana d’acciaio sul rovere; proteggi da malte fresche.
• Post-vendita: istruzioni di pulizia (pH neutro, asciugare, niente spugne metalliche).

Domande frequenti (FAQ)
Perché il rovere macchia “di nero” attorno alle viti?
Perché i tannini reagiscono con il ferro in presenza di umidità, formando tannato di ferro (nero-blu) e accelerando la corrosione.
Bastano le viti inox per evitare il problema?
Aiutano molto, ma è decisivo isolare le testate, usare guarnizioni e proteggere da ristagni. L’inox A4 è preferibile outdoor.
Posso rimuovere le macchie senza rovinare la finitura?
Spesso sì, con acido ossalico localizzato, risciacquo e neutralizzazione; poi valuta ritocchi di finitura.
I primer anti-tannino funzionano davvero?
Sì, riducono il bleed sotto smalti/trasparenti, specie all’acqua. Scegli prodotti certificati e rispetta i tempi di essiccazione.
Il problema esiste anche con altre essenze?
Sì, ma il rovere è tra i più ricchi di tannini. Castagno e alcuni eucalipti possono mostrare fenomeni simili, seppur con incidenza diversa.

Conclusione
Il tannino è parte dell’identità del rovere: regala profondità cromatica e reattività alle finiture, ma chiede attenzione progettuale.

Con scelta corretta dei metalli, barriere, primer e manutenzione mirata, le macchie da tannato di ferro diventano gestibili e, soprattutto, prevenibili. Il risultato è un tavolo, una facciata o un serramento che conserva bellezza e integrità nel tempo.





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